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I clienti devono salvarsi da soli
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Editoriale di Giuseppe D'Orta
8 febbraio 2006 0:00
 
Niente da fare: chi entra in banca non si salva. Hanno voglia di parlare di nuovo corso, hanno voglia di spendere decine di milioni di euro ciascuna in pubblicita' per cercare di "rifarsi il look". La realta', per noi che la viviamo quotidianamente, e' agghiacciante.

Se e' vero che stiamo finalmente verificando alcuni passi in avanti, come l'abolizione (decisa da alcuni istituti) delle spese per l'estinzione del conto corrente e per il trasferimento dei titoli, il trattamento complessivo del cliente e' impostato su di un'unica strategia: spennarlo il piu' possibile.

Le ultime mode del risparmio gestito sono i fondi "total return" ed "absolute return" e quelli a capitale garantito. Ecco, quindi, che dalle banche partono delle "consulenze" mirate a tirare dentro i clienti nei nuovi prodotti.

Banca Intesa ha lanciato il fondo "Intesa Garanzia Attiva" ed ora, guarda caso, a tutti i clienti del gruppo Intesa e' adatto proprio questo nuovo fondo. Un'impiegata ed ha avuto la faccia tosta di telefonare ad un cliente affermando che i fondi posseduti, monetario e bond breve termine, erano molto rischiosi e quindi suggeriva di venderli per passare, guarda un po', proprio al fondo Intesa Garanzia Attiva.
Oltre al vero assurdo finanziario (i fondi obbligazionari a breve termine e ancora di piu' quelli monetari sono poco rischiosi) ci si puo' anche domandare come mai non fossero rischiosi fino al giorno prima mentre il giorno dopo erano da vendere immediatamente.

Di certo l'impiegata sara' stata spinta da qualche premio di produttivita' ed anche dal bonus extra di duemila euro ìn azioni che sara' elagito a tutti i dipendenti del gruppo Intesa in attivita' al prossimo 30 giugno, come da accordo sindacale. Tutti soldi che devono essere tirati fuori di tasca dai clienti, come ovvio.

A proposito, i sindacati dei bancari non hanno nulla da dire su simili fenomeni? Oppure la dignita' dei lavoratori (perche' di cio' stiamo parlando) e' negoziabile contro denaro contante?

Ancora peggio di Intesa sta facendo il gruppo San Paolo Imi, sui cui nuovi fondi ABS stiamo davvero ricevendo segnalazioni a grappoli. E le cifre lo confermano: a gennaio ne hanno venduti per 2miliardi e 122milioni di euro, facendo da soli quasi i tre quarti della raccolta netta del comparto.
Con quali metodi sia prodotta questa raccolta lo abbiamo indicato in varie risposte e soprattutto nell'eclatante storia pubblicata alcuni giorni fa: clicca qui Anche in questo caso non diamo la colpa solo ai vertici della banca, sempre alla ricerca di nuove "spremiture" dei clienti: i sindacati non dicono nulla?
Soprattutto, ci ha colpito l'atteggiamento completamente remissivo del cliente, che ha di fatto agevolato il lavoro di "consulenza" dei bancari. La frase "mi ha fatto firmare la documentazione" e' davvero indicativa di come moltissimi clienti si sentano costretti a fare cio' che viene detto loro.

Non che le altre banche stiano messe meglio: ad esempio, nel gruppo Unicredit si vende a tutto spiano la gestione Focusinvest...poi Pioneer (la societa' di gestione del gruppo UC) si vanta dell'ottima raccolta magnificando le doti dei fondi e tacendo sui veri motivi che portano tanti clienti:nelle gestioni pagano doppie commissioni. Il nostro parere sulle GPF e' molto chiaro e si sposa in pieno con la Focusinvest che viene suggerita a tutto spiano dai "consulenti" Unicredit clicca qui

Quale insegnamento trarre da queste ed altre vicende? A noi sembra davvero incredibile che dopo tutto lo sfascio avvenuto negli ultimi anni ci sia ancora qualcuno che stia ad ascoltare i suggerimenti delle banche, ma se proprio si vuole affidarsi a loro occorre prima di tutto capire che quasi sempre dall'altra parte non c'e' un esperto ma una persona che deve vendere i prodotti che gli dicono di vendere. E regolarsi di conseguenza.
 
 
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