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Fondi immobiliari venduti dalle Poste: il costo della "malaconsulenza"
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Editoriale 
16 maggio 2006 0:00
 
Dalle pagine di questo sito cerchiamo di avvertire il maggior numero di persone del costo (implicito ed esplicito, diretto ed indiretto) della "malaconsulenza" nel mondo del risparmio gestito.
Da qualche anno, le Poste si sono efficacemente (dal loro punto di vista) imposte come attrice di primo piano in questo mondo con una loro peculiarita' che le rende, se possibile, ancora piu' pericolose degli altri attori.
Le Poste, infatti, hanno due caratteristiche specifiche. Da un lato, il pubblico a cui si rivolgono, mediamente, e' con una cultura finanziaria decisamente scarsa. Ci riferiamo, in particolare al vastissimo pubblico di pensionati che per una vita hanno identificato le poste con il concetto di "risparmio sicuro".
Dall'altro lato, il personale delle Poste e', a tutt'oggi, particolarmente dequalificato per trattare strumenti complessi come i prodotti finanziari.
Questa "combinazione" di ignoranze sta facendo la fortuna dei manager delle Poste e dei Bilanci delle Poste S.p.A. che si sono risanati propri grazie alla vendita di prodotti finanziari.
Ma qual' e' il costo di tutto questo?
La lettera che segue lo illustra molto bene:

Nel lontano settembre 2004 il sottoscritto si e' recato in posta per investire dei soldi e precisamente 115.000 mila euro, sudore di 42 anni di servizio utile nello Stato, e la Posta mi ha fatto sottoscrivere dei titoli a favore di un un fondo immobiliare Vegagest Europa Immobiliare 1, dicendomi che era un ottimo investimento con un utile all'anno di circa settemila euro e forse anche piu', oltre ai dividenti cospicui dopo sette anni dalla sottoscrizione, sottacendo pero', di non poter accedere al capitale in qualsiasi momento ed io tranquillo e convinto che lo potevo fare, in quanto all'inizio i patti sono stati quelli che, per qualsiasi investimento che avrei effettuato, il capitale doveva essere sempre certo ed immediato da recuperare. Per tutto il 2005 sul mio dossier titoli poste e' risultato sempre che il valore dei titoli corrispondeva ai centoquindicimila euro da me sottoscritti.
A tutt'oggi non ho ricevuto alcun utile di 7000 euro per l'anno 2005 come promesso, ma la situazione e' peggiorata a tal punto che dal marzo 2006 il valore dei miei titoli e' andato sempre via scemando sino che, a tutt'oggi, aprile 2006, il valore dei titoli si e' completamente azzerato e la stessa Immobiliare non risulta piu' quotata in borsa "o in alternativa" non disponibile.
Ho molta paura e penso che le poste mi abbia tirato un brutto tiro. Il sottoscritto, disperato in quanto malato di cancro alla prostata, vuole assolutamente riavere subito il capitale investito per le cure adeguate al caso e per l'operazione da sottopormi in una clinica svizzera e di non voler piu' avere alcun rapporto con Europa Immobiliare 1. Alla luce di tutto questo potreste dirmi in che termini la Posta mi tutela e darmi qualche consiglio su come fare per avere tutto il mio denaro indietro e come comportarmi per annullare il tutto. Preciso che sono un pensionato e che all'atto della sottoscrizione dei titoli aveva una eta' di 65 anni.

Una lettera del genere fa capire molte cose.
E' incredibile, ad esempio, che dopo tutto quello che e' successo questo signore pensi al fatto che le Poste possano/debbano in qualche modo "tutelarlo".
Questo dimostra quanta radicata sia ancora l'idea che le Poste, essendo dello Stato (ancora), non possano in qualche modo fare come fanno tutte le altre istituzioni finanziarie.
Il caso del signore in questione non e' affatto isolato. Nel settembre del 2004 abbiamo fatto un comunicato stampa proprio su questo prodotto, raccontando un caso simile che poi, fortunatamente, e' finito bene (clicca qui)
. Naturalmente il signore in questione non ha perso tutto il suo capitale, ma non e' questo il punto. Il punto e' che quando gli e' stato piazzato questo prodotto (che era conveniente solo per l'emittente e per le Poste perche' per l'investitore e' sempre conveniente comprare questi prodotti quando sono quotati sul mercato, si veda clicca qui) a questo povero signore non sono stati spiegati gli elementi fondamentali per poter fare una scelta consapevole d'investimento.
Nel mondo del risparmio gestito, solo un decimo circa dei costi a carico dei sottoscrittori serve a retribuire il lavoro dei gestori, il 90% circa va a finire nella rete di distribuzione per il cosi' detto servizio di "consulenza alla vendita".
La domanda "sorge spontanea": ma di quale consulenza stiamo parlando?
 
 
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