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Banca d'Italia, la strategia della Tartaruga continua
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Editoriale di Alessandro Pedone
23 giugno 2009 0:00
 
Il 15 aprile scorso ho scritto per questo sito un editoriale intitolato "Banca d'Italia e la strategia della Tartaruga...". La tesi di fondo era che l'azione della Banca d'Italia nell'epoca Draghi sarebbe anche condivisibile nei principi ispiratori, ma si muove con una lentezza esasperante concedendo agli intermediari vigilati ancora enormi spazi per continuare a danneggiare i propri clienti come hanno fatto per decenni sotto l'era Fazio.
Nei due mesi successivi a quell'editoriale sono accaduti due fatti piuttosto significativi che sembrerebbero avvalorare questa tesi. 
In Maggio, infatti, e' uscito un documento di consultazione relativo alle istruzioni per il calcolo dei tassi effettivi globali medi. 
Non voglio entrare troppo nel tecnico in questa sede, ma le precedenti istruzioni in merito rappresentavano il simbolo più osceno di un atteggiamento della Banca d'Italia sostanzialmente fiancheggiatore del sistema bancario. 
Come è noto la legge contro l'usura stabilisce infatti che un tasso è usuraio se supera del 50% il tasso effettivo globale medio rilevato attraverso le istruzioni della Banca d'Italia. 
Le precedenti istruzioni escludevano alcune voci significative (come le commissioni di massimo scoperto) dal calcolo del tasso effettivo globale e proponevano una formula matematicamente assurda (se applicata ai conti correnti) volta, in sostanza, a favorire le banche. 
Con le nuove istruzioni, la Banca d'Italia propone di inserire tutti gli oneri (comprese le CMS) e sebbene non modifichi la formula, fornisce una specifica che la rende "meno assurda" (1).
Queste istruzioni rappresentano sicuramente un elemento positivo venuto con un estremo ritardo e dopo che per anni il Governatore della Banca d'Italia ha detto pubblicamente che i costi che le banche applicavano ai clienti erano esagerati e facendo anche esplicito riferimento alle commissioni di massimo scoperto. 
Molta delusione, invece, per quanto riguarda il documento di consultazione del 9 Giugno scorso relativo alle "modalità di esercizio dei poteri di direzione e coordinamento della capogruppo di un gruppo bancario nei confronti delle società di gestione del risparmio appartenenti al gruppo".
Naturalmente, l'idea di dare maggiore autonomia alle SGR è apprezzabile, ma nello studio della Banca d'Italia del Luglio 2008 sui problemi relativi all'industria del risparmio gestito (per maggiori informazioni si veda qui) si erano individuati provvedimenti  più incisivi per risolvere il problema, come la creazione di una piattaforma aperta di distribuzioni dei fondi comuni d'investimento che consentisse ai clienti di qualunque intermediario di sottoscrivere fondi di qualunque società di gestione. 
Perché la Banca d'Italia ha scelto di partire dai provvedimenti più formali e più facilmente aggirabili come le regole di separazione fra società controllata e controllante?
Temiamo che ancora una volta ci sia di mezzo lo "zampino della Tartaruga". 
La Banca d'Italia, prima di incidere significativamente in un settore fa di di tutto affinché siano i soggetti vigilati a cambiare, solo quando fanno orecchie da mercante per anni ed anni allora si decide a prendere provvedimenti incisivi. 
Questa, naturalmente, è una visione ottimistica dell'operato della Banca d'Italia; nel caso del calcolo dei tassi usurai, dopo tanto tempo, ha preso il provvedimento giusto, speriamo di non dover attendere anni prima che anche nel settore del risparmio gestito prenda i provvedimenti giusti. 

(1) Decine di consulenti tecnici in procedimenti giudiziali applicavano acriticamente la formula della Banca d'Italia che è la seguente: Interessi x 36500 / Numeri + Oneri/ Accordato. Ovviamente non ha alcun senso rapportare gli oneri all'Accordato in luogo del capitale effettivamente erogato, ma v'è di più! E' evidente anche ad uno studente di terza ragioneria che applicando questa formula nei conti correnti, dove la verifica sul superamento del tasso soglia si effettua trimestralmente, la seconda parte della formula ( Oneri / Accordato ) vada annualizzata altrimenti si somma un tasso annuale con un tasso trimestrale. Nelle precedenti istruzioni questa specifica non c'era e gli oneri non venivano mai annualizzati facendo passare dei tassi matematicamente usurai in tassi accettabili.  

 
 
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